Penso dunque…non ci sono

Il filosofo Cartesio diceva “Cogito ergo sum” (Penso dunque sono), esprimendo con tale formula la certezza indubitabile che il fatto di pensare significa esistere, ossia esserci come soggetto.

Da quando l’uomo ha sviluppato la capacità di pensiero grazie all’evoluzione della neocorteccia, egli ha ampliato la possibilità di fare una miriade di cose: pensando al futuro, posso anticiparne i pericoli o pianificare le mie azioni in vista di un obiettivo; ricordando il passato, invece, posso rivivere dei ricordi o evitare di commettere gli stessi errori ed orientare diversamente il mio comportamento.

Insomma, il pensiero non ci ha permesso solo di evolverci, ma anche di sopravvivere. Eppure, come in quasi ogni cosa, c’è il rovescio della medaglia. Questa grande capacità talvolta ci allontana totalmente dal presente, per cui, immersi nel progettare il futuro o nel rievocare il passato, perdiamo l’unica cosa che abbiamo sotto i nostri occhi: il qui e ora.

Per cui oggi possiamo dire che ci troviamo maggiormente nella condizione di: “Penso dunque..non ci sono”: non sono davvero qui, dove posso esser in contatto con la vita e, quando mi lascio trascinare dai pensieri, non sono presente.
Capita anche a te?

Facciamo un breve esercizio

Prendi un foglio e disegna al centro una linea retta che vada da un lato all’altro del foglio. Poi inserisci due vettori, come a voler terminare quella linea con una freccia (vedi immagine sopra). All’estremità sinistra scrivi passato, a quella destra scrivi futuro ed in mezzo presente.

Ora abbandona penna e foglio sul tavolo e metti un piccolo timer o una sveglia (va bene anche quello del cellulare) in modo che suoni dopo 3 minuti. Chiudi gli occhi e lascia andare la mente libera di spaziare su qualsiasi cosa.

Appena vedrai “arrivare” un pensiero, nota a quale tempo si riferisce:
– al passato, ossia cose che sono successe sia tanto tempo fa, ma anche poco prima d’iniziare questo esercizio
– al futuro, pensieri su cosa dovrai fare tra poco, domani, nei prossimi giorni, tra qualche anno…
– al presente (ad es. “questo pantalone mi stringe”, “sento caldo”)

Tieni conto che spesso i pensieri si presentano in modo concatenato, ossia, un pensiero relativo al passato può innescarne uno futuro (es. “ieri non ho comprato il latte, appena finisco questo esercizio vado al supermercato”).

Quando noterai il pensiero che è arrivato, apri gli occhi e fai una piccola tacca sulla tua linea a seconda di a quale tempo si riferisca: se riguarda il futuro, metti una tacca tra il presente e il futuro, più a destra quanto lontano sia nel tempo. Se concerne il passato, stessa cosa, ma verso sinistra. Se è sul presente, una linea sotto la parola “presente”. Poi chiudi gli occhi e osserva il prossimo pensiero che arriva, individua a quale tempo si riferisca, metti una tacca e richiudi gli occhi. Procedi così fino allo scadere del tempo. Non è necessario che tu scriva a che cosa si riferisca, basta che segni una tacca.

Sei pronto? Via!

Cosa hai notato?

In genere succedono due cose: talvolta quando stiamo in ascolto della mente, notiamo un effetto tabula rasa. Pensiamo in continuazione, ma in quel momento in cui osserviamo la nostra mente, niente! Improvvisamente non abbiamo nessun pensiero! Bene. Se ti è successo questo, goditi tale momento di silenzio mentale e magari ogni tanto riproponiti di ascoltare la mente e notare questo non-pensiero.

Per altri, invece, la mente avrà spaziato, in lungo e in largo nel tempo. Magari riproponendoci cose che dobbiamo affrontare oppure ritornando su dolorosi ricordi del passato o azioni che non abbiamo compiuto.

Alcuni di noi avranno messo più tacche nella parte relativa al passato, altri invece avranno segnato più pensieri relativi a ciò che deve ancora avvenire; ma raramente avrete notato che la vostra mente si è soffermata sul presente.

Dove sta l’inghippo? Che l’andare avanti e indietro nel tempo, porta con sè anche emozioni e giudizi relativi a ciò che stiamo pensando.

Ecco quindi che, per esempio, il dialogo interno può diventare questo:”ieri mi sono dimenticata di prendere il latte al supermercato, ma è possibile che sono sempre così distratta? Ok, oggi tocca andarlo ad acquistare. Non ci voleva, con tutte le cose che ho da fare! Dopo devo anche passare in tintoria e poi andare in palestra e non ho voglia! Ma ieri non ci sono andata. Sono la solita pigra! Mai che porti avanti gli impegni!”. E il dialogo potrebbe continuare all’infinito.

Capita con le cose più semplici, ma pensiamo per quelle più complesse, quelle che riguardano situazioni di vita che ci fanno star male e che magari non possiamo risolvere nell’immediato o che ci portiamo dietro da tempo. Oppure succede con circostanze che dobbiamo affrontare e che ci mettono ansia, per cui tendiamo a procrastinarle nel tempo.

Che fare allora?

Esistono diverse tecniche in grado di allenarci a star il più possibile nel presente, a concentrare i nostri sensi su ciò che sta avvenendo proprio adesso sotto i nostri occhi. La Mindfulness è una di queste e i suoi protocolli hanno una validità scientifica anche per la cura di problematiche come ansia, stress e depressione. Non si tratta quindi solo di apprendere un metodo per riportarci nel qui e ora, ma di farne una filosofia di vita per riuscire a non seguire la nostra mente laddove per noi non abbia alcun giovamento.

Poi ci sono terapie che hanno combinato tra le loro strategie la mindfulness, ma che si orientano anche su altri fronti. Per esempio nell’ACT (Terapia dell’accettazione e dell’impegno) s’impara a non seguire quei pensieri che per noi sono fonte di sofferenza, ad accettarli e ad andare nella direzione di ciò che ci faccia sentire bene e realizzati. Oppure nella Terapia Dialettico-Comportamentale (DBT) la mindfulness viene combinata ad altre tecniche di gestione delle emozioni, anche di quelle più intense, dei comportamenti e delle relazioni sociali.

Cartesio diceva anche: “Non c’è nulla interamente in nostro potere, se non i nostri pensieri”. Io direi che sta a noi decidere ciò che fare dei nostri pensieri. Vogliamo seguirli perché ci portano verso una vita piena e significativa o è meglio lasciarli andare?

Se ti riconosci in quello che hai letto, molte di queste tecniche potrebbero esserti utili! Se vuoi saperne di più, contattami al 348.8464810 oppure Email: arru.michela@gmail.com.

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