Conoscere le nuove mode in termini di canoni di bellezza è molto importante, soprattutto per prevenire situazioni di malessere e comportamenti rischiosi. Il corpo “Slim thick” è la nuova tendenza veicolata dai social, ma cos’è in realtà ed è veramente salutare?

Com’è un corpo slim thick?

“Slim thick” (a volte indicato come “slim thicc”) è stato introdotto inizialmente come termine puramente estetico nella cultura popolare e delle celebrità, ma da allora si è spostato anche nel mondo delle palestre e dell’allenamento.
Da sempre la gente si orienta verso ideali di bellezza del proprio tempo, ideali che spesso sono praticamente irraggiungibili.

Qualche anno fa, il classico modello di confronto era quello del corpo magro, successivamente sostituito da un’altra tendenza: il corpo magro, ma allo stesso tempo in forma, allenato e muscoloso.
Pian piano anche questo ideale è stato surclassato e oggi, complici le influencer tanto seguite su Instagram, è emerso una nuova forma del corpo prediletta: quella del corpo magro, allenato, a cui si aggiungono parti più formose (in primis decolleté e glutei “a palloncino”), con pancia piatta, vita sottile e cosce toniche.

Il nuovo look si può associare anche ad altri particolari, ossia le labbra carnose, un trucco marcato e dei tatuaggi. Uno dei personaggi dello spettacolo che incarna questo ideale è Kim Kardashian, che su Instagram raccoglie più di 300 milioni di follower.

I numeri del fenomeno

L’hashtag #slimthicc ha ora oltre 408 milioni di tag su TikTok e 3000 donne cercano il termine su Google ogni mese, quindi è davvero un argomento tanto diffuso e per certi versi anche pericoloso, soprattutto per le adolescenti e le persone con bassa opinione di sè.
Nei progetti che ho condotto nelle scuole medie sull’autostima e su affettività & sessualità, le ragazze mi hanno spesso riportato considerazioni negative sul proprio aspetto fisico perché: “il seno non era prosperoso” o “il punto vita non era abbastanza stretto e i fianchi poco pronunciati”. Al di là che nessun corpo in crescita e nel periodo adolescenziale può presentare tali caratteristiche, anche per le persone in età adulta è molto difficile, se non impossibile, raggiungere un tale livello di perfezione.

Le ricerche psicologiche

Dagli studi emerge che, quando le donne si dovevano confrontare con questo tipo d’immagini, i risultati ottenuti ai test sull’autostima erano significativamente inferiori rispetto ad altre immagini, neutre, di figure femminili con forme del corpo varie.
Riprendendo la teoria formulata già nel 1954 dallo psicologo Festinger sul confronto sociale, il confrontarsi con un tale livello di perfezione estetica ingenerava sentimenti negativi di contrasto, favorendo la percezione di non essere all’altezza.

Ovviamente non si vuole dare colpa solo ai modelli. Confrontarsi con qualcuno migliore di noi può determinare un’invidia costruttiva, ossia un desiderio di migliorare la propria condizione in modo sano, o distruttiva. In questo caso, la persone aspira ad un livello irraggiungibile e spesso ricorre ad interventi estetici, diete o estenuanti allenamenti che sfocia in tratti patologici.
Un esempio è il Disturbo da dismorfismo corporeo (BDD) in cui la persona soffre gravemente per il non sentirsi all’altezza e pensa continuamente a come modificare il proprio corpo per soddisfare quell’ideale interiorizzato.

Essere sani, non solo belli

Una maggiore naturalezza e una maggiore accettazione del proprio corpo portano a meno stress e a non incentrare la propria vita sul fisico, sull’alimentazione e sull’allenamento. Questo non significa non volersi migliorare, non far attenzione a ciò che si mangia e smettere di fare sport, anzi! Tutti noi sappiamo che una dieta sana, equilibrata e il movimento fisico prevengono tante malattie fisiche. Quello che però bisogna tenere a mente è che non esiste solo quello, ma che forse sarebbe bene concentrarsi su ciò che ci rende unici e speciali, al di là di quello che è solo il nostro corpo. Amarsi è un percorso che dura tutta la via, ma è una strada che è necessario fare se si vuole godere di tutto il resto.

Dott.ssa Michela Arru