Il fenomeno della “Not Just Right Experience”

Quando si parla della “Not just right experience (NJRE) ci si riferisce alla sensazione soggettiva di fare le cose in modo “non completamente soddisfacente” o che le cose vengano percepite come “non a posto”. Questo tipo di fenomeno è molto frequente e rigido nel Disturbo ossessivo compulsivo.
Colui che esperisce la Not just right experience “sente” che c’è un modo esatto per fare le cose e tende a modificare l’ambiente circostante per diminuire il disagio conseguente alla sensazione di non esser a posto o di non aver fatto le cose come andavano fatte (Mancini, Gangemi, Perdighe & Marini, 2008).

La Not just right experience può essere una caratteristica di molteplici disturbi come: la depressione, l’ansia generalizzata, l’ansia sociale, i disturbi da tic, la sindrome di Tourette e i disturbi dello spettro autistico. C’è però un’alta comorbidità tra questo fenomeno ed il Disturbo Ossessivo Compulsivo.

Disturbo ossessivo-compulsivo e Not just right experience
Diversi studi (Ghisi et al., 2010; Sica et al., 2015) hanno indagato questo fenomeno, rilevando tale tendenza in particolar modo nei Disturbi ossessivo-compulsivi. Coloro che soffrono di questo disturbo hanno frequentemente la sensazione che le cose non siano esattamente giuste, non siano corrette, non siano appunto “just right”.
Summerfeldt e colleghi hanno chiamato questa sensazione: “senso d’incompletezza” o ” senso d’insoddisfazione”, descrivendo una forte spinta a correggere la situazione ritenuta imperfetta.

Che ruolo gioca not just right experience nelle Compulsioni?
La percezione di Not just right porterebbe ad un mantenimento dei comportamenti compulsivi. Le persone hanno infatti la tendenza a credere di non aver fatto mai abbastanza e quindi metterebbero in atto azioni ripetitive con lo scopo di ottenere un senso di soddisfazione o completezza (una sensazione di “just right”). Solo quando sentono di aver completato un’azione, decidono di fermarsi. Come sempre, la funzione di queste azioni ripetitive (dette appunto compulsioni) è quello di ridurre l’ansia connessa all’ossessione.

Spesso il dover fare le cose in un determinato modo ha come scopo quello di prevenire eventi specifici (lavarsi in un certo modo per evitare di ammalarsi o far ammalare); altre volte per prevenire qualcosa di aspecifico che “potrebbe succedere” (“se non lo faccio in quel modo lì succederà qualcosa di brutto”), secondo il principio di quello che si chiama “pensiero magico” (il credere che il solo pensare o non pensare ad una cosa determini il suo accadere).

Il trattamento
Come ormai è risaputo, il trattamento elettivo per il Disturbo Ossessivo Compulsivo è la l’ Esposizione con Prevenzione della Risposta (Exposure and Response Prevention o ERP), tecnica della Terapia Cognitivo Comportamentale. La ERP è stata molto usata negli ultimi 30 anni e consiste nell’ esposizione graduale agli stimoli ansiogeni evitati, con la contemporanea eliminazione, riduzione e modificazione delle abituali strategie di gestione dell’ansia (evitamenti, compulsioni, richieste di rassicurazione ecc.).

Per quanto riguarda la Not just right experience, in terapia ci si espone gradualmente alla sensazione di disagio che emerge quando sentiamo che le cose “non sono a posto”, in modo da ampliare la finestra di tolleranza del soggetto nello stare con questa sensazione.

Dott.ssa Michela Arru
Psicologa e psicoterapeuta

Bibliografia
• Coles, M. E., Frost, R. O., Heimberg, R. G., & Rheaume, J. (2003). “Not just right experiences’’: Perfectionism, obsessive–compulsive features and general psychopathology. Behaviour Research and Therapy, 41, 681- 700.
• Coles, M. E., Heimbergh, R. G., Frost, R. O., & Steketee G. (2005). Not just right experiences and obsessive-compulsive features: Experimental and self-monitoring perspectives. Behaviour Research and Therapy, 43, 153-167.
• Feinstein, S. B. Faloon, B. A., Petkova, E., & Liebowitz, M. R. (2003). Item by item factor analysis of the Yale-Brown Obsessive Compulsive Scale symptom checklist. Journal of Neuropsychiatry & Clinical Neurosciences, 15, 187-193.
• Ghisi M., Chiri L. R., Marchetti I., Sanavio E., & Sica C. (2010). In search of specificity: “Not just right experiences” and obsessive–compulsive symptoms in non-clinical and clinical Italian individuals. Journal of Anxiety disorders, 24, 879- 886
• Mancini, F., Gangemi A., Perdighe, C., & Marini, C. (2008). Not just right experience: Is it influenced by feelings of guilt? Journal of Behavior Therapy and Experimental Psychiatry, 39, 162-176.
• Salkovskis, P. M., Wroe, A. L., Gledhill, A., Morrison, N., Forrester, E., Richards, C., et al. (2000). Responsibility attitudes and interpretations are characteristic of obsessive compulsive disorder. Behaviour Research and Therapy, 38, 347–372.
• Sica, C., Caudek, C., Bottesi, G., De Fazio, E., Ghisi, M., Marchetti, I., et al. (2013). Fathers’ Not Just Right Experiences predict obsessive–compulsive symptoms in their sons: family study of a non-clinical Italian sample. Journal of Obsessive–Compulsive and Related Disorders, 2, 263–272.
• Sica, C., Bottesi G., Orsucci, A,. Pieraccioli, C., Sighinolfi, C., Ghisi, M., (2015). “Not Just Right Experiences” are specific to obsessive–compulsive disorder: Further evidence from Italian clinical samples. Journal of Anxiety Disorder, 31, 73-83.

Condividi l'articolo sulla tua piattaforma!

Richiedi un Appuntamento

Ricevo per appuntamento a:

Sono in Via San Marino 92, 10137 Torino.
Cell: 3488464810

Leave A Comment