Il dialogo interno negativo: come zittirlo
Cos’è il dialogo interno
Tutti noi ci parliamo continuamente: commentiamo ciò che stiamo facendo e come lo stiamo facendo. Questa piccola voce in generale è molto utile perché ci tiene motivati sugli obiettivi, ci mette in guardia da eventuali errori e mantiene la nostra attenzione fissa per andare avanti. Talvolta, però, questa vocina può diventare inutile e negativa, rigida ed inflessibile, d’intralcio anziché di aiuto.
Il dialogo interno negativo
Alcuni di noi hanno un vero e proprio Critico Interiore, una sorta di chiacchiericcio che commenta in negativo le cose che facciamo, come ci sentiamo, persino cosa e come lo diciamo.
Non sta mai zitto ed è sempre pronto ad emergere, soprattutto nelle situazioni per noi più importanti, quelle che attirano la nostra attenzione o quelle in cui vorremmo avere una buona prestazione.
Tutti noi lo abbiamo sperimentato almeno una volta nella vita, magari non facendo attenzione alle esatte parole con cui ci riferivamo a noi stessi, ma ha comunque condizionato le nostre scelte, la nostra autostima o il modo in cui ci sentivamo.
Da dove deriva?
Talvolta alcune frasi dei nostri genitori o di chi per noi aveva importanza possono aver influito sul modo in cui ci parliamo: “Non sei abbastanza”, “Non ce la fai”, “Sei un buono a nulla”. Quante volte ce lo siamo detti: 10, 100, 1000 volte? In questi casi il Critico Interiore è un po’ più radicato, perché, ascoltandolo, lo abbiamo “rinforzato” continuamente.
Oltre alle frasi sentite durante l’infanzia, anche le esperienze di vita possono aver influito sul modo in cui ci parliamo. Appartenere ad una minorità raziale, esser oggetto di abusi, bullismo o mobbing e altri traumi della vita portano a vedere la realtà sempre nello stesso modo e determinare il modo in cui ci parliamo.
La mente umana va in senso confermativo, per cui se io ho un’immagine di me stesso, tenderò a notare maggiormente ciò che conferma la mia visione. Immaginate se ciò avviene in senso solo negativo: in questi casi, il dialogo interiore non è solo stressante, ma può davvero rovinare la tua vita.
Infine, a determinare il dialogo interno negativo ci sono anche quelle che si chiamano “Distorsioni cognitive”, ossia degli errori di ragionamento (es. catastrofizzazione, generalizzazione, visione pessimistica, colpevolizzazione, perfezionismo etc.) che non ci fanno percepire la realtà per come effettivamente è. Sono una sorta di “occhiali con le lenti colorate”: non ci rendiamo conto di averli sul naso e interpretiamo la realtà attraverso le nostre lenti.
Le conseguenze di un dialogo interno negativo
Il nostro Critico Interiore può davvero esser dannoso. Gli studi dimostrano che esso sia associato a livelli più elevati di stress, bassi livelli di autostima e sentimenti depressivi. Può portare a una diminuzione della motivazione, sentimenti di impotenza e abbattimento.
Gli atleti che hanno un self-talk negativo raggiungono minori risultati, hanno più basse prestazioni e spesso tendono a vivere con ansia le sfide o ad abbandonarle preventivamente.
Come ridurre al minimo il dialogo interno negativo?
1. Riconoscerlo
Il primo passo per cambiare l’abitudine a parlarsi negativamente è: riconoscere di averla. Fate una lista delle critiche che vi autoriferite, notate il modo in cui commentate ciò che fate, cosa dite o cosa provate.
2. Provate a metter in discussione le vostre convinzioni
Ricordatevi che i pensieri non sono la realtà. I giudizi che esprimete su voi stessi sono sempre ed invariabilmente veri? Prendete in considerazione in egual misura i vostri pregi e difetti?
3. Prendete le distanze dal vostro critico interiore
Uno dei modi che vi può aiutare è quello di prenderne le distanze. Dategli un nome: potete scegliere un nome a caso, identificarlo con un personaggio di un fumetto o di un cartone animato. Quando sentite che attacca a criticarvi, provate a dire: “Oh! Eccoti qui. Sapevo che saresti arrivato”.
4. Adottate una visione più neutrale
L’obiettivo non è arrivare a dirvi cose totalmente antitetiche a quelle suggerite dal Critico Interiore. Se per esempio vi dite “Sei un incapace”, non servirà a nulla forzarvi dicendovi: “sei bravissimo”. L’obiettivo è quello di adottare una visione meno “bianca o nera” e quindi modificare il dialogo in: “Non è vero che non sono incapace. Ci sono cose che non riesco a fare e di cui posso imparare le abilità per riuscirci. Questo non fa di me un incapace. Altre invece riesco a farle”.
5. Assumete un’altra prospettiva
Provate a chiedervi: cosa direi ad un caro amico? E cosa direbbe lui a me?
Un modo per renderci conto di come il termine di giudizio che abbiamo con noi stessi non sia lo stesso di quello che abbiamo con gli altri è chiedersi che cosa direste ad un amico che esprimesse lo stesso giudizio nella stessa situazione; oppure che cosa vi direbbe lui. In entrambi casi otterremmo un commento meno inflessibile e categorico. Tirarvi un po’ “fuori dalla vostra testa”, aiuta a prenderne le distanze.
6. Diario degli aspetti positivi
In generale, siamo molto più bravi a darci contro che a riconoscere le cose che sappiamo fare. Per questo è importante dare valore anche ciò che sappiamo fare, senza esigere la perfezione. Tenere un diario degli aspetti positivi aiuta ad equilibrare la visione che abbiamo di noi stessi.
Questi ed altri esercizi fanno parte del Training di Autostima. Se vuoi saperne di più scrivimi a: arru.michela@gmail.com oppure chiamami al 348/8464810.
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