Il gioco d’azzardo patologico è una realtà sottostimata, il che ritarda l’accesso alle cure.

E’ noto come solo una parte dei giocatori patologici chieda il trattamento (la stima è tra il 7% e il 12%) e circa l’80% dei giocatori adulti non arriva in terapia perché ritiene di riuscire a risolvere autonomamente il problema. Solo in alcuni casi è effettivamente così.

Perchè non cercano aiuto?

Si ipotizza che le ragioni risiedano nel senso di vergogna, di dignità lesa, oltre alla negazione e alla sottovalutazione del comportamento di gioco. A ciò si aggiunge il fatto che nella nostra società il gioco d’azzardo patologico è considerato ancora come un “vizio”, invece che come vero e proprio disturbo psicologico.

Inoltre, mentre in passato per giocare ci si doveva recare in tabaccheria o ai casinò, oggi sempre più frequentemente si gioca on line a casa e col cellulare. I pagamenti avvengono in maniera telematica, il che non permette di avere una reale consapevolezza delle perdite di denaro.

Tutte queste ragioni ritardano la richiesta di accesso a cure e terapie, il che porta la persona a rovinare progressivamente la propria vita, se non anche quella dei propri cari.

La Terapia Cognitivo Comportamentale del Gioco d’Azzardo Patologico (GAP)

La Terapia Cognitivo Comportamentale aiuta a lavorare sui pensieri e i comportamenti che mantengono il problema. Dal punto di vista cognitivo, il problema centrale dei giocatori è l’erronea percezione del concetto di casualità e la presenza di convinzioni erronee riguardo la possibilità di vincita o perdita.
Ritengono di “sentire” e riuscire a predire quando vinceranno o che, dopo un certo numero di giocate, necessariamente avverrà la vincita. Non accettano che, il fatto che un determinato numero non sia uscito, non ne influenzerà l’uscita,.
Altri ritengono che, l’aver perso molto/ l’aver vinto molto, aumenterà le probabilità di vincita. Queste idee erronee sono definite “distorsioni cognitive” (Beck) e ogni giocatore ha le sue, ma a tutti danno una sola sensazione: quella del CONTROLLO.

Le più frequenti sono queste:

1. Fallacia del giocatore: se per 6 volte è uscito nero, allora è più probabile che esca rosso.
2. Sovrastima: sostenere di “sentire” che un numero uscirà o un evento accadrà.
3. Tendenze nei numeri: i numeri “ritardatari” hanno più probabilità di essere estratti.
4. Vincite altrui: se gli altri hanno vinto, anche io vincerò a breve.
5. Correlazioni illusorie: andare in un determinato bar perché lì si vince, giocare un certo numero perché “me lo sono sognato”.
6. Pregiudizi sulla memoria: ricordare più le vincite che tutte le volte che si è perso.

In Terapia Cognitivo Comportamentale si mettono in discussione queste distorsioni e si apprende a pensare in maniera più realistica ed oggettiva.
Alle tecniche cognitive si affiancano quelle comportamentali (ricordate che lavorare sui pensieri, senza modificare i comportamenti, non porta ad alcun cambiamento).

Le tecniche comportamentali si pongono l’obiettivo di:
• sviluppare le abilità sociali
• individuare gratificazioni alternative e più funzionali
• apprendere tecniche di fronteggiamento del craving (impulso e astinenza al gioco)
• acquisire capacità per resistere alla tendenza a giocare
• prevenire le ricadute

Sono previsti “compiti a casa” (homework) tra una seduta e l’altra per aiutare la persona a lavorare su ciò che è stato affrontato in terapia.

Non da ultime e molto valide, ci sono anche le terapie di gruppo, sempre ad orientamento Cognitivo Comportamentale che, oltre a rispettare lo stesso protocollo di trattamento delle sedute individuali, hanno il vantaggio del sostegno e la comprensione dei componenti del gruppo.

Conclusioni
Quanto decritto riassume sinteticamente gli ambiti e gli aspetti che sono affrontati in Terapia Cognitivo Comportamentale, ma nel percorso ci sono moltissime tecniche che si possono fare per aiutare il più possibile colui che soffre di questo disturbo.
L’efficacia di questo tipo di terapia è dimostrata da numerose ricerche scientifiche internazionali (evidence based) ed è considerato il trattamento di elezione per questo tipo di problematiche.

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