Ansia e pensieri distorti nei bambini
Gli eventi intrapsichici (pensieri, emozioni e sensazioni fisiche) rivestono un ruolo centrale in tutte le nostre esperienze. Prestare loro attenzione, quindi, aiuta a rimanere presenti abbastanza a lungo per capire cosa sta avvenendo in quel momento.
Per questo motivo, le pratiche di consapevolezza come la Mindfulness, sono molto utili anche per i più piccoli: riuscire ad osservare i pensieri e le emozioni, senza esserne travolti, li aiuta a comprendere meglio cosa stia avvenendo dentro e fuori da loro e a scegliere se seguirli oppure no.
L’ansia nei bambini
Anche i bambini sperimentano ansia. A volte, noi adulti, possiamo pensare che essa sia un’emozione tipica “dei grandi”, in quanto ci sono maggiori responsabilità e impegni da svolgere. L’ansia però è una delle tante emozioni che proviamo nella nostra vita e anche i nostri bambini posso averla.
Spesso si preoccupano della scuola, di non essere cercati e voluti bene dai loro compagni e amici o, addirittura, di “deludere” i genitori, anche se difficilmente riescono a tradurre tutti questi pensieri in parole.
Quando inizia a svilupparsi la capacità di pensiero astratto, il modo in cui un bambino percepisce e valuta cognitivamente il mondo che lo circonda può portarlo a sperimentare ansia. Talvolta quest’emozione è passeggera e transitoria. Se permane in maniera persistente per circa 6 mesi e influisce sul normale rendimento del bambino o è incongruente dal punto di vista evolutivo, allora sarebbe bene intervenire.
Riconoscere i propri pensieri distorti
Una cosa è vivere un’esperienza e un’altra è giudicarla (“non sono abbastanza bravo, gli altri sono meglio di me!”) o anticiparla (“non riuscirò mai a fare quella cosa!”). Spesso non ci rendiamo conto dei nostri pensieri e diamo loro credito come se fossero la realtà. In questi casi il nostro corpo e la nostra mente si attivano di conseguenza.
Se sento una finestra della casa che sbatte e penso che possano essere i ladri, sperimenterò un’emozione di paura e tutto il mio corpo si attiverà per gestire il pericolo: aumenterà il battito cardiaco, le pupille si dilateranno, i muscoli diverranno tesi per farmi scappare. Tutto ciò avverrà in assenza della certezza della presenza dei ladri e quindi il mio pensiero sembrerà essere la realtà.
Anche per i bambini vale lo stesso meccanismo. I loro pensieri possono anticipare pericoli o cose spiacevoli, attivandoli come se li stessero davvero affrontando.
Solitamente io spiego che: “a volte i nostri pensieri sono una specie di mistero. Ci possono far sentire male senza una buona ragione. Se vogliamo risolvere il mistero, dobbiamo agire come un investigatore e trovare le prove dei nostri pensieri. In questo modo possiamo decidere se un pensiero è realistico oppure no. Se non è realistico, possiamo trovare un pensiero più tranquillo per sostituirlo, oppure semplicemente lasciarlo andare e non restarvi agganciati come un pesciolino all’amo”.
Un gioco ad hoc
La metafora del “rimanere agganciati all’amo della nostra mente” è tipica dell’ACT (Acceptance and Commitment Therapy – Terapia dell’accettazione e dell’impegno) ove, diversamente dalla Terapia Cognitiva in cui si mettono in discussione i pensieri disfunzionali, trovandone altri più realistici, si decide di notare il pensiero e lasciarlo andare, rivolgendo attenzione ed energie in direzione di ciò che ci fa star bene.
Il gioco della pesca dei pesciolini può essere un valido aiuto nel far capire al bambino che quando ci facciamo agganciare da un pensiero distorto, rischiamo di sentirci e comportarci come se quel pensiero fosse la realtà, con delle importanti ricadute sulla nostra qualità di vita.
Se per esempio penso: “i miei amici non giocano con me perché io sono stupido”, potrò abbattermi e non chiedere più di giocare con loro ed isolarmi; oppure arrabbiarmi e propormi in maniera arrogante. Il che determinerebbe un loro allontanamento etc.
Quindi, riconoscendo che è un pensiero distorto, posso decidere di sganciarmi e fare altro nella direzione di ciò che è importante per me. Di solito questo gioco li aiuta a comprendere velocemente il concetto e ad approntare pensieri e comportamenti più adeguati che determineranno un abbassamento dell’ansia.
Dott.ssa Michela Arru
Psicologa e psicoterapeuta
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