Alessitimia: cos’è e come si cura

Hai difficoltà a capire cosa stai provando? Forse potresti essere alessitimico.

L’Alessitimia è una parola che deriva dal greco “Alexitimia”: a (privativo) – lexis (leggere) – thymos (emozione). Con questo termine s’intende l’incapacità a leggere lo stato emotivo proprio e altrui.

L’Alessitimia è un tratto di personalità studiato a partire dagli anni ’70 da Nemiah e Sifneos ed è associato a molte condizioni psicopatologiche come i disturbi d’ansia, i disturbi ossessivo-compulsivi, i disturbi alimentari e nella depressione.

Caratteristiche
Colui che soffre di Alessitimia è caratterizzato da:
• stile di pensiero concreto, razionale e privo di aspetti immaginativi
• difficoltà ad identificare le emozioni sperimentate e a gestirle
• sensazione di vuoto, distacco o assenza di emozioni
• tendenza a sentirsi più spettatori che attori
• scoppi emotivi (rabbia o pianto) senza capirne le ragioni
• difficoltà a capire cosa provino gli altri e ad empatizzare
Spesso tali persone sperimentano un senso di colpa dovuto dal non percepire emozioni in quelle situazioni in cui “ci sia aspetta” di provarle.

Le nuove tecnologie e i contatti on line hanno amplificato la tendenza a non “sentire le emozioni”, perché l’assenza di un contatto visivo non permette alle persone con alessitimia di aiutarsi leggendo le espressioni sul voto degli altri.

La difficoltà a comprendere le proprie e altrui emozioni non causa solo difficoltà al soggetto in sé, ma rende difficili anche i rapporti sociali. Le emozioni sono un mezzo con cui comunichiamo ciò che pensiamo e proviamo e lo stesso vale per coloro con cui interagiamo. Se non si riesce a metter a fuoco cosa si prova, si fatica ancora di più a farsi aiutare, oppure si rischiano delle incomprensioni con gli altri.

Questo porterebbe alcune persone con alessitimia ad adottare un comportamento di allerta e controllo sull’ambiente, quasi per controbilanciare la difficoltà a dar un senso emotivo alle situazioni. Spesso infatti può esser un tratto riscontrabile in persone che soffrono di Disturbo Ossessivo Compulsivo.
Altri non riuscendo ad individuare le emozioni sperimentate, faticano anche a gestirle. Il che li porta a metter in atto comportamenti compulsivi come l’abuso di cibo o di sostanze.

Oltre che con le problematiche psicologiche, studi e ricerche dimostrano che l’alessitimia è uno dei fattori di rischio per diversi disturbi fisici quali coronaropatie, ipertensione, disturbi gastrointestinali e somatizzazioni varie (Porcelli P., Bagby R.M., Taylor G.J., De Carne M., Leandro G., Todarello O. 2003).

Non solo negli adulti
Negli ultimi anni, la ricerca nell’ambito del modello della regolazione affettiva e dell’alessitimia ha evidenziato la presenza di tale dimensione anche tra gli adolescenti. L’adolescenza è un periodo di vita che già di per sé è caratterizzato da ambivalenza emotiva. Essa è un’ inevitabile percorso di crescita e momento in cui la personalità e l’identità non si sono ancora strutturate. Col passare degli anni e della maturazione dell’individuo, però, si delineano maggiormente scelte e gusti e l’ambivalenza si riduce.
Sempre più studi evidenziano negli adolescenti un rapporto tra l’alessitimia e la presenza di sintomi internalizzanti, quali ansia, depressione, sintomi somatici e ipercontrollo (Honkalampi et al., 2009; Rieffe et al., 2010; Di Trani et al., 2013) ed esternalizzanti, quali difficoltà di controllo degli impulsi con condotta aggressiva anche di tipo sessuale (Moriarty, Stough, Tidmarsh, Eger & Dennison, 2001).
Qualora queste condizioni non si risolvano, esse possono essere predittive di un permanere dell’alessitimia anche nell’età adulta.

Diagnosi
E’ possibile fare una diagnosi di Alessitimia usando una scala standardizzata ed oggettiva (scala TAS-20) e altri sistemi di misurazione. Un professionista adeguatamente preparato ha gli strumenti e le competenze per effettuare una diagnosi differenziale adeguata.

Trattamento e cura
La Terapia Cognitivo Comportamentale dell’Alessitimia parte dalle basi delle emozioni, affrontando un’iniziale fase psicoeducativa (cosa sono, cosa servono, che funzione hanno e come riconoscerle), per poi pian piano passare ad una fase più pratica su come comunicarle, gestire le proprie e quelle altrui.
La Terapia Dialettico Comportamentale può essere di grande aiuto, individuando le credenze ed i miti che si hanno sulle emozioni, e sul loro esplicarsi a livello non verbale, corporeo e verbale. Il soggetto diventa così progressivamente autonomo nella loro percezione e gestione riuscendo ad entrare in contatto con esse.
Anche la Mindfulness può essere un valido aiuto perchè insegna a soffermarsi sul qui e ora, stando con le sensazioni corporee tipiche delle emozioni e aiutandone il loro riconoscimento.
Se non riesci a capire cosa provi, un percorso psicoterapeutico può essere di grande aiuto.

Per saperne di più:
Caretti V., La Barbera, D. (2005). Alessitimia. Valutazione e trattamento. Ed. Astrolabio
Goleman, D. (1995). Intelligenza emotiva, Rizzoli Milano.

Honkalampi K, Hintikka, J., Laukkanen, E., Lehtonen, J., Viinamaki, H. (2001). Alexithymia and depression. A prospective study of patients with major depressive disorder. Psychosomatics
Le Doux, J. (1996). Il cervello emotivo Ed. Baldini e Castoldi, Milano.

Mattila A. K., Keefer, K. V., Taylor, G.J., Joukamaa, M., James, A. J., Parker J.D.A..Michael Bagby Bagby R.M. (2010). Taxometric di alessitimia in un campione di popolazione generale dalla Finlandia. Personality and Individual Differences, 49, 3, 216-221 2010.

Nemiah, J.C., Freyberger, H., Sifneos, P.E. (1976). Alexithymia: A view of the psychosomatic process. In Hill O.W., Modern Trends in Psychosomatic Medicine, Vol. 3, Butterworths, London, pp. 430-439.

Parker, JDA, Taylor, GJ, Bagby, RM. (1993). Alexithymia and the recognition of facial expressions of emotions. Psychother Psychosom, 59:197-202.

Pasini A., Delle Chiaie, R. Seripa, S. Ciani,N. (1992). Alexithymia as related to sex, age, and educational level: results of the Toronto Alexithymia Scale in 417 normal subjects. Compr Psychiatry, 33: 42-46.

Porcelli P. (2008). Epidemiologia dell’alessitimia. Costrutti distinti o sovrapposti – V Congresso Nazionale GRP, Foligno, 2008

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