L’adolescenza non è solo una fase di transizione dall’infanzia alla vita adulta, essa è un’età in cui si cerca di trovare un proprio posto nel mondo, si delineano i rapporti con gli altri (i pari e gli adulti) e si compiono scelte che influiranno sul futuro.

Formazione di un’identità
Gli adolescenti si formano un senso di chi sono, di chi vogliono essere, di cosa hanno bisogno di fare per arrivarci e di come si inseriscono nel mondo. Oltre ai cambiamenti ormonali, ci sono importanti cambiamenti cerebrali. L’evoluzione del cervello permette loro di pensare in modo sempre più astratto. Possono fare scelte antitetiche, credere fermamente in alcune cose, rinnegarne altre e cambiare idea poco dopo.
Alcuni adolescenti cambiano in senso di chi sono nel corso del tempo: sperimentano diversi comportamenti, cambiano aspetto fisico, provano a relazionarsi con la sessualità. A circa 18 anni, la maggior parte dei giovani ha un forte senso della propria personalità.
I genitori possono sostenere gli adolescenti nella formazione di un’identità, fornendo loro un senso di appartenenza e di stabilità, una base sicura da cui esplorare le loro opzioni e sviluppare i loro valori e le loro convinzioni.

Gli adolescenti e la scuola nell’era del Covid-19
L’esperienza della pandemia ha profondamente cambiato il modo di vivere le relazioni sociali in primis, ma anche la scuola. Ricordiamoci che essa non è solo il posto in cui si apprendono nozioni, ma anche quello in cui l’adolescente si mette in gioco, deve far fronte ai suoi impegni, rispettare le regole e interfacciarsi con gli altri.
Uno studio recente, condotto da NBC News e Challenge Success, un’organizzazione no profit affiliata alla Stanford Graduate School of Education, ha rilevato che il 50% in più di ragazzi delle scuole superiori dichiara di sentirsi disimpegnato dalla scuola maggiormente oggi rispetto agli anni pre-pandemia.

L’empatia è un elemento importante
A questo punto della pandemia, molti genitori avranno notato che i propri figli facciano fatica a far i compiti e seguire le lezioni. Spesso i giovani appaiono svogliati e richiedono un continuo controllo affinchè svolgano tutto il lavoro richiesto.
Tutti noi siamo logorati dalle esigenze della vita pandemica e non sempre le situazioni vengono gestite con calma e tranquillità. Tuttavia, è probabile che arrabbiarsi induca i bambini e ragazzi ad adottare una posizione difensiva, minimizzante o, talvolta, oppositiva. La sfida è: essere compassionevoli, ossia comprendere le difficoltà che stanno avendo nel portare avanti lo studio in condizioni davvero particolari e problematiche. La mancanza d’interazione diretta, la gestione degli orari legata alle entrate diversificate, il distanziamento e le regole imposte dalla pandemia, hanno complicato il percorso di crescita.
Questa situazione è difficile per noi, adulti, pensiamo per i ragazzi. Alcuni dei pazienti che seguo frequentano l’università, quindi hanno già passato la fase dell’adolescenza. Eppure mi riferiscono momenti di ansia legati all’interruzione del collegamento durante le lezioni o gli esami, disguidi e comunicazioni non ricevute da parte dell’insegnante, difficoltà a gestire la convivenza in casa con gli altri familiari. Questi sono solo alcuni degli elementi che immancabilmente incidono sullo studio-
Per questo è importante empatizzare!

Prima di tutto: comunicare
Un altro elemento importante, oltre all’empatia, è lo stabilire una comunicazione aperta e collaborativa. Quando vuoi parlare con tuo figlio di qualche difficoltà che hai notato, cerca di essere curioso e collaborativo. Per iniziare il discorso potresti dire: “Si tratta semplicemente di capire cosa va storto in modo da poter risolvere il problema nel modo giusto.”
Per molti studenti, la capacità di chiedere aiuto non è completamente formata e per alcuni di loro può sembrare un’ammissione di aver fatto qualcosa di sbagliato. Normalizzare la possibilità di chiedere e lodare quando lo fanno permette loro di vivere le richieste con maggiore tranquillità.

Le lezioni a distanza e l’impossibilità di interagire con i compagni ledono la motivazione e l’impegno. Alcuni adolescenti potrebbero aver bisogno di esser spinti a gestire lo studio in autonomia. In questi casi è bene lavorare con loro per elaborare un piano realistico per affrontare le maggiori priorità alla luce di queste circostanze. Può esser utile programmare con loro dei momenti di condivisione di quanto studiato, impostare delle pause salutari a riprendere le energie, pianificare insieme momenti la suddivisione del carico di studio, empatizzare con le emozioni di frustrazione e disimpegno, ma poi spingerli a rimettersi in carreggiata.

“Avere un sedicenne che riesce a dirsi: “Quando sono stressato, è così che reagisco ed è bene che in questi casi io faccia così..”, dice il dottor Braaten, è molto più importante che stargli addosso affinché finiscano i compiti. E’ importante aiutarli a conoscersi e ad apprendere cosa fare quando provano noia, sconforto o disinteresse prendono il sopravvento. Non diamo per scontato che sappiano cosa fare e non lo vogliono fare.

Il ruolo degli adulti durante le fasi dei cambiamenti adolescenziali
Il ruolo dei genitori come ‘consulenti’ e ‘limitatori’ non è finito; sta solo cambiando. Gli adolescenti hanno ancora bisogno di consigli e guida da parte dei genitori e di altri adulti, oltre che di spazio per praticare le nuove competenze che stanno sviluppando.
Comprendere i cambiamenti dell’adolescenza è un passo importante per far sì che gli adulti forniscano relazioni e contesti positivi a sostegno di un sano sviluppo sociale ed emotivo. Gli adolescenti hanno bisogno di adulti nella loro vita che siano realmente interessati a loro, che trascorrano del tempo con loro e li trattino in modo rispettoso.

Il metodo di studio e la gestione delle emozioni
Gli adolescenti possono aver bisogno di un sostegno psicologico per affrontare questa importante fase di crescita. Il percorso terapeutico in genere è breve ed improntato a far apprendere strategie specifiche e pratiche per aiutarli nelle loro difficoltà.

In terapia si posso anche approfondire le più efficaci tecniche di studio per facilitare l’apprendimento, la concentrazione e la memorizzazione. Per esempio, mappe mentali e strumenti di analisi del testo sono fondamentali per facilitare il percorso scolastico.
In altri casi è bene lavorare sulla gestione delle emozioni, in modo da aiutarli nella loro gestione ed espressione.

Per maggiori informazioni:
Dott.ssa Michela Arru
Psicologa e psicoterapeuta cognitivo-comportamentale

Fonte: https://www.nytimes.com/2021/02/26/well/family/teens-homework-school.html

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