Nel 2010 Julia Roberts recitò nel film: “Mangia Prega Ama“. Ad un certo punto, parlando con Richard, un uomo che conosce in India durante un viaggio personale, lui le consiglia: “Devi imparare a scegliere i pensieri allo stesso modo in cui scegli i vestiti ogni giorno. Ecco, questo è un potere che puoi coltivare. Se ci tieni tanto a controllare la tua vita, lavora sulla mente, è l’unica cosa che puoi controllare. Se non riesci a governare i tuoi pensieri, sei nei guai per sempre”.
Sarebbe bello scegliere i pensieri allo stesso modo con cui lo facciamo con i vestiti che indossiamo. Ma è davvero impossibile? Forse no.
Perché certi pensieri ci assillano?
Partiamo dal presupposto che, con l’evoluzione della neocorteccia (la parte più frontale del cervello), la mente ha sviluppato un’importante abilità: quella di risolvere i problemi (mente problem-solver).
Questo significa che, appena si trova di fronte a quello che concepisce come ostacolo o difficoltà, inizia a proporci diverse soluzioni. Tutto normale, quindi, ma quand’è che diventa un problema?
Un salto indietro nella storia dell’evoluzione
Quando i nostri antenati erano cavernicoli, si trovano di fronte a problemi concreti: come procacciarsi il cibo, dove trovare riparo per passare la notte, come proteggersi dagli animali pericolosi etc. Il trovare una soluzione ai problemi era funzionale alla sopravvivenza.
La mente dell’uomo moderno si può trovare di fronte a difficoltà concrete (es. vedo che si accende una spia sul cruscotto della macchina, devo portarla dal meccanico), ma anche davanti a situazioni non risolvibili, almeno non sempre nell’immediato. Faccio riferimento a quando litighiamo con qualcuno, non ci troviamo più bene a lavoro, abbiamo l’ansia per qualcosa che dobbiamo fare, siamo imbottigliati nel traffico e rischiamo di arrivare in ritardo o uno dei nostri cari ha un problema di salute.
In tutte quelle situazioni in cui la soluzione non è immediata o non dipende strettamente da noi, la mente che fa? Ci pensa e ci ripensa: “Potrei fare così, no…colà. Devo dire a quella persona che…o è meglio che non parlo? E se non riesco a portare a termine quel lavoro? I colleghi penseranno che…”. Ecco che entriamo nell’anticamera del rimuginio, quel circolo vizioso in cui ci troviamo a pensare per delle ore, immersi nel passato o nel futuro, senza nemmeno accorgercene.
Quando la nostra mente concepisce una situazione come problematica quindi ci torna e ci ritorna nel tentativo di risolverla, attivando così le emozioni e il corpo, in una spirale continua che ci fa secernere l’ormone dello stress, cortisolo e adrenalina, ci induce a sviluppare tensioni fisiche o scaricare le emozioni su pancia e intestino.
Come scegliere i pensieri come i vestiti?
Purtroppo non possiamo decidere quali pensieri farci venire in mente, ma possiamo scegliere se dar loro attenzione o meno; esattamente come non scegliamo i vestiti esposti in un negozio, ma possiamo decidere se provarli, acquistarli o passare oltre.
In Terapia Cognitivo Comportamentale esistono molte tecniche per gestire i pensieri.
Come prima cosa è necessario diventare consapevoli che si stia pensando. Questo sembra abbastanza facile, ma dato che ciò che ci diciamo è dentro la nostra mente, è più facile andargli dietro (fusione cognitiva) che rendersi conto che stiamo pensando.
Solo imparando ad osservare ciò che la nostra mente dice e, riconoscendo che “un pensiero è solo un pensiero”, possiamo riuscire a “lasciar andare” quelle parole, notare se ci sono degli errori di ragionamento (distorsioni cognitive) e concentrarci su ciò che è sotto il nostro controllo, tralasciando il resto.
Possiamo anche decidere d’imparare delle abilità di gestione delle situazioni sociali conflittuali (Training Assertività) di modo che la nostra mente non le veda come un problema, ma sappia come affrontarle. Possiamo imparare le pratiche della Mindfulness, in modo da non giudicare ciò che stiamo pensando oppure le tecniche dell’Act (Terapia dell’Accettazione e dell’impegno) per accettare che la nostra mente stia soltanto cercando di trovare soluzioni e proteggerci.
Insomma, con le tecniche giuste e un po’ di allenamento, è davvero possibile riuscire a gestire i nostri pensieri e scegliere se “indossarli”, esattamente come facciamo con i vestiti che abbiamo nel nostro armadio.
Come sempre: buon allenamento!
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