L’esercizio fisico può migliorare la qualità della vita nelle persone con dolore cronico. Infatti sempre più ricerche dimostrano che l’attività fisica aiuta ad aumentare la tolleranza al dolore.
Gli ampi benefici dell’esercizio sono sempre più noti, non solo per la gestione del peso, migliorare la salute del cuore, ridurre il rischio di cancro, rendere muscoli e ossa più forti ed incrementare la capacità di svolgere le funzioni quotidiane. Ora se ne può aggiungere un altro di notevole valore: una maggiore capacità di gestire il dolore, incluso il dolore cronico. Uno studio recentemente pubblicato sulla rivista PLOS One, utilizzando i dati di oltre 10.000 adulti, ha confermato che l’esercizio fisico è un modo efficace per ridurre il dolore cronico.
Prevalenza del dolore cronico
Il dolore cronico è in aumento negli Stati Uniti tanto quanto in Europa. Secondo un’analisi dei dati del National Health Interview Survey (NHIS), l’attuale tasso di dolore cronico e dolore cronico ad alto impatto (HICP) tra gli adulti negli USA è rispettivamente di circa il 21% e l’8%.
Definizione di dolore cronico
Il dolore è definito cronico quando: “è provato quasi tutti i giorni o tutti i giorni negli ultimi tre mesi , tanto da limitare le attività di vita quotidiana o lavorative nella maggior parte dei giorni o tutti i giorni”. Il dolore cronico è estremamente persistente, tanto che il 61,4% di coloro che hanno segnalato dolore cronico nel 2019, lo segnala ancora un anno dopo.
La mia esperienza con lo sport ed il dolore
Prima che mi venisse fatta la diagnosi di Fibromialgia, molti medici (la maggior parte dei quali decisamente fuori forma), mi avevano consigliato di fermarmi perché: “la migliore cura per il dolore è l’assoluto riposo”. Il problema è che, così facendo, invece di migliorare, stavo progressivamente peggiorando: il dolore aumentava di giorno in giorno e la rigidità bloccava i movimenti soprattutto al mattino e la sera. Lo sconforto nel frattempo saliva alle stelle.
Poi, mentre ero in vacanza nella mia terra (la Sardegna), ho iniziato a muovermi, ogni giorno di più: camminate lungo il mare e pedalate per raggiungere le spiagge più belle.
E, sebbene all’inizio il dolore fosse veramente limitante, ho visto che progressivamente stavo meglio. Pian piano lo sport è diventato la mia cura, ma mi “sentivo in colpa”: stavo facendo una cosa che i medici mi dicevano di non fare. Quando ne avrei pagato le conseguenze?
E invece studiando e conoscendo le ricerche che vengono fatte negli USA (che sono anni luce più avanti dell’Italia su questo tema), ho scoperto non solo che l’attività fisica era raccomandata, ma che, addirittura, veniva prescritta a fini curativi con una frequenza elevata: 5 giorni a settimana per una durata di 30-60 minuti, con intensità moderata.
Non potevo crederci! Appassionata di sport da una vita, per stare bene dovevo semplicemente…riprendere a farlo e, anzi, intensificarlo. E’ così ho fatto. Certo, ci sono delle volte che il corpo non reagisce benissimo; altre volte sono io che esagero o sbaglio qualcosa, ma in generale per me è meglio muovermi che stare ferma.
Esercizio fisico e dolore cronico: le ricerche
Il nuovo studio PLOS One indica che, anche se l’esercizio fisico può essere l’ultima cosa che una persona con dolore cronico vorrebbe fare, potrebbe essere un elemento utile nel favorire un recupero. I ricercatori dell’ospedale universitario della Norvegia settentrionale a Tromsø hanno analizzato i livelli di attività auto-riferiti delle persone e la loro tolleranza al dolore. Quest’ultima è stata misurata utilizzando il cosiddetto “cold pressor test”, in cui le mani delle persone sono immerse in acqua ghiacciata tra 32 e 41 gradi Fahrenheit per vedere per quanto tempo possono sopportarlo. I partecipanti sono stati intervistati due volte utilizzando questo metodo, a distanza di sette-otto anni.
Quelli con uno stile di vita più attivo sono risultati più tolleranti e maggiormente in grado di gestire il dolore, e le persone che hanno affermato di aver fatto esercizio fisico nel corso della ricerca, avevano aumentato la loro capacità di sopportarlo. Nel valutare i risultati, i ricercatori hanno scoperto che, in termini di tolleranza al dolore, qualsiasi livello di attività era migliore della sedentarietà.
Non c’era alcuna differenza in questi risultati tra uomini e donne. È importante sottolineare che vi era una correlazione diretta tra frequenza in cui si praticava l’attività sportiva ed una migliore capacità di gestire il dolore, in quanto più erano alti i livelli di attività totale di una persona e maggiore era la sua tolleranza al dolore. Questa ricerca chiarisce come un’attività fisica più frequente abbia l’importante potenziale di essere parte di un percorso non farmacologico verso la riduzione del dolore cronico, l’aumento del funzionamento della persona e il miglioramento della sua qualità della vita. Questo non è il primo studio a collegare positivamente la tolleranza al dolore con l’esercizio.
Uno studio del 1998, pubblicato sul British Journal of Sports Medicine, ha rilevato che le persone avevano una soglia del dolore significativamente più alta cinque minuti dopo aver eseguito una routine di esercizi di resistenza. E nel 2020, uno studio australiano pubblicato sulla rivista BMC Musculoskeletal Disorders ha valutato quasi 600 partecipanti che soffrivano di dolore muscoloscheletrico cronico. Coloro che hanno svolto attività fisica aerobica regolare, tra cui camminare o andare in bicicletta, hanno sperimentato soglie del dolore più elevate.
So che non è facile e che sembra controintuitivo fare attività fisica se si ha male, ma, nel caso del dolore cronico, bisogna iniziare, a piccole dosi, ad attivarsi e non stare fermi. Non mollate!
Bibliografia:
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Nahin RL, Feinberg T, Kapos FP, Terman GW. Estimated Rates of Incident and Persistent Chronic Pain Among US Adults, 2019-2020. JAMA Netw Open. 2023;6(5):e2313563. doi:10.1001/jamanetworkopen.2023.13563
Koltyn KF, Arbogast RW. Perception of pain after resistance exercise. Br J Sports Med. 1998 Mar;32(1):20-4. doi: 10.1136/bjsm.32.1.20. PMID: 9562159; PMCID: PMC1756063.
Fonte: Psychology Today
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