Ragazzi interrotti: adolescenti e disturbi mentali

Allarme Unicef: nel mondo oltre 1 adolescente su 7 convive con un disturbo mentale.

Secondo un nuovo rapporto Unicef, la pandemia di Covid-19 “ha avuto un costo” sulla salute mentale e sul benessere dei più giovani, ma “è solo la punta dell’iceberg”.

Il report Unicef
Nel mondo più di un adolescente su 7 tra i 10 e i 19 anni convive con un disturbo mentale diagnosticato: tra questi 89 milioni sono ragazzi e 77 milioni ragazze. L’ansia e la depressione rappresentano il 40% dei disturbi mentali diagnosticati.
Sono quasi 46mila gli adolescenti che si tolgono la vita ogni anno, più di uno ogni 11 minuti. Il suicidio, nel mondo, è una tra le prime cinque cause di morte fra i 15 e i 19 anni, ma in Europa occidentale diventa la seconda, con 4 casi su 100mila, dopo gli incidenti stradali.

Tutto questo è quanto emerge da un report dell’Unicef, lo studio più completo dell’Unicef sulla salute mentale di bambini, adolescenti e di coloro che se ne prendono cura nel ventunesimo secolo.

I numeri sono in preoccupante aumento e non è per fare allarmismi. In Italia si stima che, nel 2019, il 16,6% dei ragazzi e delle ragazze fra i 10 e i 19 anni abbiano sofferto di problemi legati alla salute mentale, circa 956.000 in totale. Fra le ragazze, la percentuale è maggiore (17,2%, pari a 478.554) rispetto ai ragazzi (16,1%, pari a 477.518).

La percentuale di suicidio nel 2019 fra i ragazzi è stimata di gran lunga maggiore rispetto alle ragazze, rispettivamente il 69% e il 31%, e la fascia di età più colpita è fra i 15 e i 19 anni (1.037 contro i 161 fra i 10 e i 14 anni).

Ragazzi interrotti adolescenti e disturbi mentali

Le problematiche più diagnosticate
Le problematiche di salute mentale più diagnosticate sono stati i Disturbi d’ansia, Disturbo Bipolare, Disturbo della condotta e oppositivo-provocatorio, Depressione, Disturbi Alimentari e Disturbo Borderline.

Fattori protettivi
E’ vero che la pandemia ha determinato un malessere generalizzato e molte complicazioni nel modo di vivere, ma è anche vero che alcuni giovani hanno “tenuto” bene e non hanno manifestato i disturbi sopracitati. Da cosa dipende? in ambito psicologico si parla di “Fattori Protettivi”. Quest’ultimi consistono in alcune caratteristiche di personalità, nella rete di supporto (familiare ed amicale) e nelle abilità dell’individuo di essere flessibile e resiliente.

Non solo colpa del Covid-19
Secondo questo report, anche prima del Covid-19, bambini e giovani portavano il peso delle problematiche relative alla salute mentale senza che ci fossero investimenti significativi volti ad affrontarle. Secondo Henrietta Fore, direttore generale dell’Unicef, i governi stanno investendo troppo poco per affrontare questi bisogni fondamentali. Non viene data abbastanza importanza alla relazione tra la salute mentale e le conseguenze future sulla vita.
Però non si può dare la colpa ad un unico fattore (il Covid-19). Diciamo che esso può aver slatentizzato delle condizioni predisponenti e preesistenti che hanno determinato poi la comparsa del disturbo.

Cosa fare?
La recente approvazione del “Bonus psicologo” ha finalmente riconosciuto l’importanza di investire urgentemente sulla salute mentale di tutti e, in particolar modo, su quella dei bambini e degli adolescenti in tutti i settori, non solo in quello sanitario. Questo al fine di sostenere un approccio alla prevenzione, alla promozione e alle cure che coinvolga tutta la società.

La salute mentale è una parte della salute fisica e non possiamo permetterci di continuare a vederla in altro modo. E’ necessario rompere il silenzio che circonda le problematiche di salute mentale, affrontando la stigmatizzazione, promuovendo una migliore comprensione delle problematiche e prendendo sul serio le esperienze dei bambini e dei giovani.

Dott.ssa Michela Arru

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