La Mirror Exposure Therapy per chi ha un’immagine corporea negativa

Ci sono persone che, quando si guardano allo specchio, vedono solo difetti e particolari fisici negativi. Troppo grasse o magre, con troppo o poco seno, con le cosce grosse, con la cellulite etc. Nei casi più gravi lo specchio diventa un vero e proprio nemico da evitare.

L’esposizione allo specchio è una tecnica della Terapia Cognitivo Comportamentale che può essere molto utile per chi ha un’immagine corporea negativa, per chi soffre di dismorfismo corporeo o disturbi alimentari. Vediamo in che cosa consiste esattamente e come funziona.

Che cos’è la Mirror Exposure Therapy (Terapia dell’esposizione allo specchio)?
La Terapia dell’Esposizione allo Specchio (ME) è un trattamento comportamentale utilizzato per trattare i disturbi dell’immagine corporea in persone con gravi preoccupazioni circa il loro aspetto, il peso o per coloro che soffrono di disturbi alimentari.

L’immagine corporea negativa è spesso presente in chi soffre di queste patologie, con grandi preoccupazioni per la forma del corpo effettiva, difetti fisici immaginari o lievi. Mentre le donne senza tali problematiche trascorrono all’incirca la stessa quantità di tempo guardando le loro parti del corpo più e meno attraenti, quelle con disturbo di dismorfismo corporeo e con disturbi alimentari guardano principalmente la parte che considerano più brutta.

Un’immagine corporea negativa può anche essere associata alla bassa autostima. Alcune parti del corpo (per forma, grandezza o difetti fari) vengono pesantemente criticate, aumentando la discrepanza tra come si vorrebbe essere e come ci si vede.

Un recente articolo di revisione di Griffen e colleghi, pubblicato sul “Clinical Psychology Review”, ha concluso che una terapia efficace per chi ha distorsioni dell’immagine corporea è la terapia dell’esposizione allo specchio, una tecnica della Terapia Cognitivo Comportamentale.

Come funziona la Mirror Exposure Therapy?
In una tipica sessione di trattamento, e solo dopo aver effettuato prima delle sedute di preparazione, alla paziente viene chiesto di indossare abiti che lascino pian piano scoprire le parti del proprio corpo.

In modo graduale, osservandole allo specchio, la persona di espone a guardare il proprio corpo riconoscendo i giudizi negativi su di sé, prendendone le distanze e modificando progressivamente il proprio dialogo interno critico. La persona sarà invitata a descriversi utilizzando termini neutri e oggettivi, come se stesse cercando di aiutare qualcuno a costruire un modello del suo corpo.
Ad esempio, il paziente dovrà soffermarsi sulla forma, sul colore, e sulle caratteristiche generali delle varie parti (presenza di nei, lentiggini, ecc) iniziando dalla parte superiore del corpo e poi scendendo verso quella inferiore, avendo cura di dedicare una quantità di tempo simile su ciascuna area.

Successivamente si esploreranno le emozioni che prova mentre guarda il proprio corpo, sottolineando che queste sono strettamente collegate ai pensieri giudicanti che abbiamo.
Infine si passa a dar valore anche alle parti negative di sé che vengono spesso sottostimate.

Lo scopo della terapia
Lo scopo è quello di realizzare una visione più obiettiva e neutrale del proprio corpo, riducendo i pregiudizi interpretativi e mettendoli in discussione. Inoltre si spinge ad avere un’attenzione più equilibrata sulle diverse parti riducendo la “visione a tunnel” (o filtro) delle parti più “difettose”. Il fine è quello d’incoraggiare la persona ad allargare la sua attenzione a tutto il corpo e non ad una singola parte.

La Mirror Exposure Therapy utilizza quindi l’esposizione come tecnica principale, proprio come avviene per il trattamento delle fobie. Affrontando progressivamente ciò che incute paura o non si accetta, si riduce l’ansia e si verifica una sorta di assuefazione, così che lo stimolo ansiogeno (in questo caso il proprio aspetto fisico) non ha più il potere di causare angoscia ed evitamento.

L’efficacia della Terapia di Esposizione allo Specchio
Griffe e colleghi hanno eseguito una ricerca bibliografica sugli studi clinici che valutano l’efficacia di questa forma di terapia trovando risultati attendibili in individui con bassa autostima, dismorfismo corporeo, iper-criticismo e con disturbi alimentari.
Dagli studi è emerso che tale tecnica riduce l’ansia, l’angoscia, i pensieri negativi e l’insoddisfazione del corpo. In alcune prove, ha persino migliorato il comportamento alimentare. Altri studi danno buoni risultati anche nel caso di depressione clinica e disturbo borderline, sia nelle donne che negli uomini.

Dott.ssa Michela Arru
Psicologa e psicoterapeuta cognitivo comportamentale

Bibliografia

Griffen, T. C., Naumann, E., & Hildebrandt, T. (2018). Mirror Exposure Therapy for Body Image Disturbances and Eating Disorders: A Review. Clinical Psychology Review, 65, 163-174.
Fonte: Psychology Today

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