Migliorare la bassa autostima

“Non preoccuparti se gli altri non ti apprezzano. Preoccupati se tu non apprezzi te stesso”
(Confucio)

Una visione realistica, ma positiva di sé stessi è generalmente considerata condizione ideale per il benessere psicosociale della persona. Ma cos’è esattamente l’autostima? Da dove viene e che influenza ha davvero sulle nostre vite?
Che cos’è l’autostima
In psicologia, il termine “autostima” è usato per descrivere la valutazione che la persona fa di sé stessa. In altre parole: quanto riconosci i tuoi pregi, accetti i difetti e ti apprezzi come persona. Tale termine comprende una varietà di convinzioni su te stesso, come la valutazione del tuo aspetto, di ciò che provi e senti a livello emotivo e di come ti comporti.
L’autostima è spesso vista come un tratto della personalità, il che significa che tende ad essere stabile e duraturo. In realtà essa può essere allenata ed incentivata, un po’ come accade nella pratica sportiva. Esistono tecniche ed esercizi specifici per poter migliorare la concezione che ognuno ha di sé stesso, non è mai troppo tardi.
Le teorie sull’autostima
Molti teorici hanno scritto sulle dinamiche coinvolte nell’autostima. Il primo psicologo che ha descritto questo concetto è stato William James nel 1890, definendolo come: “rapporto tra il Sé percepito (chi penso di essere) e il Sé ideale (chi vorrei essere)”: maggiore è la discrepanza e più elevata è l’insoddisfazione. Per questo è fondamentale la coesione tra i propri successi e le proprie aspirazioni.
Il bisogno di autostima gioca un ruolo importante anche nella gerarchia dei bisogni dello psicologo Abraham Maslow, il quale la descrive come una delle motivazioni umane fondamentali. Egli infatti ha suggerito che le persone hanno bisogno sia della stima degli altri, sia del rispetto di sé. Entrambi questi bisogni devono essere soddisfatti affinché un individuo possa crescere come persona e raggiungere l’autorealizzazione.
Da cosa dipende la bassa autostima
Le cause della bassa autostima non sono ancora completamente note. Però, come qualsiasi caratteristica di personalità, essa sembra derivare da una complessa combinazione di fattori genetici ed ambientali. L’ereditarietà inciderebbe nella misura del 30-40%, ne consegue che tutta la restante parte dipende dall’esperienza diretta, in famiglia e nel resto della vita.

L’autostima non rimane invariata nel corso della vita. Per esempio, tendenzialmente segue l’andamento tipico di una curva a campana (curva di Gauss) raggiungendo una maggiore stabilità nell’adolescenza e prima vita adulta, per poi diminuire lentamente.
E’ chiaro quindi come le prime esperienze dell’infanzia e dell’adolescenza possano incidere molto su come essa si svilupperà. C’è però un dato positivo: in ogni momento noi possiamo della nostra vita, noi possiamo modificare la percezione ed il valore che attribuiamo a noi stessi ed è ciò che si propone il Training dell’autostima in partenza ad ottobre.
I principali segnali di una bassa autostima sono i seguenti:
• Credere che gli altri siano migliori di te
• Trovare difficile esprimere i tuoi bisogni
• Concentrarsi sulle tue debolezze e sui difetti
• Provare spesso sentimenti come vergogna, depressione o ansia
• Avere una visione negativa della vita
• Avere un’intensa paura del fallimento
• Avere problemi ad accettare i complimenti
• Provare difficoltà a dire “no”
• Mettere i bisogni degli altri prima dei propri
• Avere poca fiducia in se stessi
• Tendere ad evitare situazioni in cui possa essere valutati o esposti al giudizio altrui
Spesso si crea un circolo vizioso in cui convinzioni di sé negative (“non sono abbastanza bravo..”), alimentano errori di ragionamento (“TUTTI gli altri ci riescono, solo io non ce la farò MAI), che mantengono regole rigide (“gli altri non devono accorgersi che sono in ansia”) e che infine influenzano il modo di comportarsi, ad esempio evitando le situazioni o affrontandole sono in “condizioni di sicurezza”(rassicurazioni).

Autostima, autoefficacia e assertività
È importante notare che l’autostima è un concetto distinto dall’autoefficacia, la quale implica quanto bene crediamo di gestire situazioni, comportamenti, le prestazioni o le abilità future. E’ però vero che le persone che hanno una bassa autostima non si sentono efficaci, temono di sbagliare e sono insicure.
Stessa cosa vale per il discorso dell’assertività. Le persone che hanno una bassa stima di sé tendono a non fare richieste, a non esplicitare i propri bisogni, fino a non far rispettare i propri diritti e a non esporsi, spesso per paura del giudizio sociale. Adottano uno stile comportamentale passivo, in cui non affermano sè stessi (stile anassertivo). Anche per quanto concerne l’assertività esistono training specifici in grado di modificare il proprio stile comportamentale e migliorare l’interazione con gli altri (sempre ad ottobre partirà un corso proprio su questo argomento).
Come migliorare la propria autostima
Se ti sei ritrovato nelle caratteristiche di chi ha una bassa autostima, sappi che esistono molteplici tecniche e strategie per aiutarti a modificare il dialogo interno, le credenze che hai su te stesso, il modo in cui ti senti e ti comporti nelle diverse situazioni.

Il Training sull’autostima, basato sulla Terapia Cognitivo Comportamentale, prevede la modifica delle 4 componenti che agiscono sulla percezione di sé: le credenze, gli errori di ragionamento, le regole rigide ed i comportamenti di evitamento e rassicurazione. Questi sono i 4 pilastri su cui è necessario intervenire per modificare la percezione che si ha su sé stessi, un po’ come se volessimo intervenire sulle gambe del tavolo per far sì che esso sia più stabile. Accanto a questi elementi, vengono affrontate tecniche per l’accettazione e la cura di sé perchè: “Volersi bene” è ritrovare la “giusta autostima di sé”, perché «la peggior cosa che possa capitare ad un uomo è pensar male di se stesso» (Goethe)

Per maggiori informazioni:
Dott.ssa Michela Arru
Psicologa e Psicoterapeuta Cognitivo-Comportamentale

Bibliografia:
Dalle Grave R., Sartirana M., Caporese L. (2013). Vincere la bassa autostima. Positive Press
Wilding C. (2016). 5 passi per rafforzare la tua autostima. Vallardi.
Branden, N. (2006). I sei pilastri dell’autostima. Editore Tea.
Jang, J. (2015). Più forte dei no. Vallardi

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