La lavanderia pulita

Quante volte i nostri pensieri ci sembrano la realtà? Quante volte non prendiamo in considerazione che il nostro modo di vedere le cose può essere solo una nostra interpretazione?

La lettura di questa storia può aiutarci a riflettere…

“La lavanderia pulita”
Una giovane coppia si trasferisce in un nuovo quartiere. La mattina dopo, mentre fanno colazione davanti alla finestra, la giovane donna osservando la vicina di casa intenta a stendere i panni dice: “Quel bucato non è molto pulito. Non sa come lavarlo correttamente. Forse ha bisogno di un detersivo migliore”.
Suo marito ascolta senza dir nulla.

Nei giorni successivi, ogni volta che la sua vicina stendeva i vestiti ad asciugare, la giovane donna faceva lo stesso commento.

Un mese dopo, la donna fu sorpresa di vedere dei panni finalmente puliti sullo stendibiancheria e lo disse a suo marito. “Guarda! Ha finalmente trovato un modo per lavare bene i suoi vestiti. Chissà come ha fatto”.

Il marito, dopo aver fatto un respiro profondo, rispose: “Mi sono alzato presto questa mattina e ho pulito le nostre finestre”.

Quello che vediamo quando guardiamo gli altri dipende dalla chiarezza della “finestra” da cui stiamo osservando. E’ importante quindi provare a soffermarsi un attimo e arrestare il giudicare gli altri, specialmente se abbiamo attiva un’emozione forte di rabbia, gelosia, negatività o dei desideri insoddisfatti.

“La mente a volte mente”. Questo è un principio fondamentale da tenere sempre presente. Il che non è facile, perchè essendo un dialogo interno ne siamo meno consapevoli e finiamo per andargli dietro e dargli totale credito e validità. In psicoterapia s’impara a riconoscere quelle che si chiamano “Distorsioni cognitive” (ossia interpretazioni distorte della relatà) e a metterle in discussione, in direzione di una visione più realistica e salutare.

E cosa sono in fondo i pensieri? Essi sono nient’altro connessioni neurali nel nostro cervello createsi in un dato momento della nostra esistenza e successivamente rinforzatesi con l’esperienza, il comportamento e la loro ripetizione nel tempo. Non sono altro.

I pensieri hanno 3 caratteristiche che potremmo definire “Le 3 i”:
• impermanenti: se non diamo loro attenzione, non li rinforziamo, essi semplicemente vanno via.
• inconsistenti: essi non sono la realtà, non sono oggetti materiali. Sono solo insiemi di parole e/o immagini.
• innocui: di per sè non possono farci nulla. E’ il significato che attribuiamo loro che ci fa soffrire. E’ quello che c’è dietro parole a determinare le nostre emozioni.
Sicuramente alcuni pensieri quando emergono tendono a travolgerci. Pensiamo ad esempio di dirci: “Avrò un attacco di panico”, “Starò male” o “Non ce la posso fare”. Per alcuni di noi, queste frasi sembrano davvero rappresentare la realtà che ci spaventa e ci mette ansia. Però con pazienza e costanza si può davvero riuscire a prendere distacco da quelle immagini o frasi che non sono UTILI e vivere nella direzione che vorremmo.

E allora ogni tanto che pensa che stai osservando la realtà dalle “tue finestre” e rifletti sul fatto che quello può essere solo un modo di vedere la realtà, ma non è l’unico.

Dott.ssa Michela Arru
Psicologa e psicoterapeuta

Paulo Coelho: “Lavanderia pulita”.

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