Il termometro delle emozioni

Tutti quanti proviamo emozioni. Sentirsi tristi, arrabbiati o felici significa provare le emozioni di tristezza, rabbia e felicità. Se per gli adulti può essere relativamente facile riconoscere il proprio stato d’animo (anche se non sempre lo è), mentre i bambini più piccoli possono avere delle difficoltà.

Affinchè possano apprendere ad affrontare le più comuni emozioni spiacevoli è bene fornire loro la possibilità di allenarsi a riconoscere la diversa intensità con cui possono essere provate.

Come funzionano le emozioni?
Alcuni bambini (e anche alcuni adulti) pensano che le emozioni siano un fenomeno “tutto-o-nulla”: o sono calmo o sono furioso, o sono felice oppure sono depresso. In realtà le emozioni seguono una “curva di Gauss”, cioè una curva a campana come una “U” rovesciata all’ingiù. Questo vuol dire che la loro intensità può crescere più o meno repentinamente, passando da minima a massima, per poi discendere nuovamente.

Che cosa determina la loro impennata?
In genere si pensa che tutto dipenda dalla situazione che stiamo vivendo. In realtà le emozioni dipendono da come interpretiamo l’evento in sè. E’ quindi il nostro pensiero a determinare una o più emozioni. Se poi esso è catastrofico, negativo o si pone nell’ottica di anticipare il peggio, l’emozione che sto sperimentando accrescerà di intensità.

L’importanza della consapevolezza
Ecco quindi che aiutare i bambini ad essere consapevoli delle emozioni che stanno sperimentando e dei pensieri sottostanti e riuscire a gestirle con le tante tecniche esistenti in Terapia Cognitivo Comportamentale (ad. es. la respirazione addominale, la Mindfulness per bambini..), li fa sentire meno in balia di ciò che sta accadendo e dà un senso di sicurezza ed autoefficacia.

Il termometro delle emozioni
Come il termometro è uno strumento atto a misurare la temperatura, il termometro delle emozioni aiuta a notare quanto sta accrescendo la mia emozione, come cambia nel corso del tempo, che sensazioni fisiche la caratterizzano e quali pensieri si associano. Inizialmente si rievocano delle situazioni in cui si è provata un’emozione “spiacevole” e si aiuta il bambino a riconoscerne l’intensità iniziale. Poi lo si porta a riflettere su come essa sia cambiata e cosa può aver determinato questo cambiamento. Alcune emozioni, quando diventano intense, ci fanno dire o fare cose che non vorremmo. Ecco quindi che è importante imparare le tecniche per gestirle, in modo da “prendere il buono” da esse (es. farci capire ciò che per noi è importante), senza lasciarci travolgere.

L’educazione emotiva
A scuola i bambini imparano a studiare, accrescere la loro cultura, socializzare con i coetanei e rispettare le regole. Purtroppo l’educazione emotiva non è ancora una materia d’insegnamento e molti bambini crescono senza le abilità per leggere le proprie ed altrui emozioni, manifestarle in modo adeguato e per gestirle nel corso della loro crescita. Ecco quindi che un percorso individuale o di gruppo improntato sulle emozioni aiuta a sviluppare un sano rapporto con ciò che si prova e ad affrontare le situazioni ed i rapporti sociali in maniera più serena, senza lasciarsi sopraffare dalle emozioni.

Dott.ssa Michela Arru
Psicologa e psicoterapeuta

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