Fibromialgia: linee guida nella cura
Nessuna forma reumatica è complessa come la Fibromialgia. Si tratta di una malattia multi-sistemica eterogenea e di difficile comprensione, per la quale non si è ancora trovata una terapia farmacologica efficace.
La Fibromialgia (FM)
Come è noto, la FM è una sindrome caratterizzata da dolore cronico e da altri numerosi sintomi (es. fatica cronica, disturbi del sonno, problemi gastrici, disturbi di memoria, disturbi dell’umore etc.). Gli studi stanno ancora definendo le sue cause, ma l’ipotesi più accreditata sostiene che vi siano delle alterazioni nei meccanismi di processamento del dolore (dalla periferia al SNC) che determinano una maggiore sensibilità agli stimoli dolorosi.
Se non si riesce a trovare una causa, diventa difficile effettuare anche il percorso diagnostico prima e curativo poi. L’iter che porta alla diagnosi è infatti lungo e tortuoso. Si stima che, in media, sia necessario un tempo di 7 anni perchè un medico dica alla persona che soffre di FM. Una volta ottenuta l’agognata diagnosi, tuttavia, la strada si presenta tutt’altro che in discesa. Essendo una malattia eterogenea e in via di studio, al momento non esistono farmaci specifici.
Pur condividendo le caratteristiche di base, il modo in cui la Fibromialgia si esplica in ciascun individuo è estremamente soggettivo. Per alcuni prevalgono alcuni sintomi, per altri si presenta ad intermittenza con periodi di risoluzione; per altri ancora essa si presenta costantemente e richiede un significativo cambiamento dello stile di vita.
Per questo motivo sarebbe meglio parlare di “quadro fibromialgico”, in modo da specificare il modo in cui si manifesta in ciascun individuo.
L’EULAR prova a dare una risposta a tutti questi interrogativi
L’EULAR (European League Against Rheumatism) è l’organizzazione che riunisce tutte le società europee di reumatologia, ed è finalizzata alla ricerca, alla prevenzione, alla terapia ed alla riabilitazione delle patologie reumatiche. Rappresenta i pazienti, i medici e le società scientifiche che se ne occupano.
Gli esperti dell’EULAR hanno effettuato una ricerca sistematica della letteratura, volta all’identificazione di ciò che funziona nella gestione della FM. Queste conclusioni si basano quindi sui risultati relativi a ricerche scientifiche internazionali e validate.
Le conclusioni a cui si è giusti sono le seguenti:
• E’ altamente raccomandata l’attività fisica ed, in particolare, quella volta al potenziamento muscolare e al contrastare la rigidità.
• Il trattamento psicologico di elezione è quello Cognitivo Comportamentale, in quanto permette una modifica dei pensieri, delle emozioni e dei comportamenti che interferiscono con la gestione della sindrome fibromialgica.
• I farmaci hanno uno scarso risultato, non essendo specifici per la Fibromialgia, e comportano numerosi effetti collaterali e fenomeni di assuefazione.
• Solo laddove queste strategie non funzionano, vengono prese in considerazione le terapie non convenzionali (agopuntura, osteopatia etc.).
A proposito di attività fisica
Gli esperti dell’EULAR concordano nel consigliare “fortemente” ai malati fibromialgici un allenamento per il potenziamento muscolare. Questa raccomandazione si basa su studi che includono un allenamento con pesi (con macchinari e pesi liberi) nonché esercizi con nastri elastici. Considerando una scala del dolore da 0 a 10, l’allenamento per il rafforzamento muscolare determinerebbe un miglioramento da 2 a 3 punti.
L’allenamento però deve essere calibrato alla persona e “cucito”ad hoc. Bisogna infatti tenere in considerazione più elementi in modo da non innescare ulteriormente il dolore.
Il trattamento psicologico
La terapia cognitivo-comportamentale (CBT) è uno dei trattamenti di prima linea nella gestione della fibromialgia (FM) ed è stata applicata con notevole successo per trattare i processi psicologici associati al dolore e all’insonnia.
Lo scopo è quello di modificare pensieri, comportamenti ed emozioni che influiscono sulla sofferenza e alimentano ancora di più il dolore. Nello specifico, questa forma terapia ha mostrato miglioramenti incoraggianti nei risultati correlati all’insonnia, al funzionamento quotidiano, al benessere psicologico, al dolore catastrofico, all’ansia e alla depressione, alla vigilanza e al funzionamento esecutivo rispetto ai pazienti che hanno ricevuto altri tipi di trattamenti. La CBT si è mostrata più efficace se combinazione con altre misure, come l’attività fisica d una sana alimentazione.
Il problema della terapia farmacologica
Non essendoci un farmaco specifico contro la fibromialgia, i medici raccomandano quelle medicine che normalmente agiscono sui centri del dolore. Spesso però non spiegano l’efficacia limitata e gli effetti collaterali che essi producono.
Gli antidolorifici, per esempio, hanno un’efficacia modesta e solamente per una parte dei malati. I sonniferi e i calmanti sono sconsigliati a causa dei fenomeni di assuefazione. Essi tendono ad annebbiare le capacità cognitive della persona, riducendo parzialmente la percezione del dolore. Gli antidepressivi dimostrano una certa efficacia solo nella metà dei pazienti migliorando la qualità del sonno e promuovendo il rilassamento fisico.
Gli esperti del gruppo di lavoro dell’EULAR non danno un’approvazione assoluta a nessuno dei farmaci comunemente impiegati contro la fibromialgia. Solo quattro o cinque principi attivi farmacologici raggiungono la valutazione di “parzialmente consigliato”. Vengono inoltre sconsigliati i preparati cortisonici, i FANS e altri medicinali.
E’ importante conoscere cosa dice la lettura scientifica nel campo della FM, in modo da non affidarsi a trattamenti consigliati supposti “esperti” privi di validità scientifica.
Dott.ssa Michela Arru
Psicologa e psicoterapeuta
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