Come favorire una buona autostima nei bambini

Perché per i bambini è così importante l’autostima e la sicurezza in sè?

Sicuri si nasce o si diventa? Quanto influisce la percezione di sé da bambini quando si è adulti? Quali messaggi possono trasmettere i genitori per favorire la fiducia nelle capacità dei propri figli? E gli insegnanti per gli alunni?

L’autostima e la sicurezza di sé si sviluppano a partire dalle prime relazioni con i genitori e con le principali figure di riferimento (nonni, insegnanti, allenatori sportivi etc).

Cos’è l’autostima
L’autostima è il modo in cui si percepisce se stessi, includendo convinzioni sulle proprie capacità, pensieri, sentimenti e opinioni di sé a livello fisico e sociale. Essa è modellata e influenzata non solo dalle proprie percezioni, ma anche da quelle di persone significative nella nostra vita; nei bambini esse includono: genitori, fratelli, parenti, insegnanti, allenatori e amici.

Crescendo ognuno di noi si crea poi un proprio sé ideale. Quest’ultimo è l’immagine di come vorremmo essere. Più vicini sono il sé ideale e quello reale, migliore è la propria autostima.

A partire dall’infanzia, l’autostima subisce delle modifiche nel tempo, man mano che cambiano le nostre percezioni. E’ però molto più facile sviluppare una sana autostima da bambini che cambiarla in età adulta, anche se è sempre possibile incrementarla. Infatti c’è sempre la possibilità di rimediare alle esperienze subite, altrimenti saremmo spacciati!
Certo è sempre meglio evitare di occuparcene dopo se possiamo occuparcene subito. Per questo è importante aiutare i bambini a sviluppare una buona autostima fin da subito.

L’importanza dell’autostima da bambini
Durante la crescita, una buona autostima rende più facile resistere alle influenze negative e alla pressione dei coetanei.
Quando poi nella vita arrivano i momenti difficili (ahimé ci sono anche quelli), avere una buona autostima è importantissimo: le ricerche dimostrano che una buona immagine di sé e delle proprie abilità è alla base della resilienza (ossia la capacità di resistere, fronteggiare e riorganizzare positivamente la propria vita a seguito di un evento traumatico) e della capacità di vedere un ostacolo come un evento da superare, anziché come una tragedia.
Ma non finisce qui. La fiducia in se stessi influisce sul modo in cui ci presentiamo e ci comportiamo con gli altri e, più in generale, ci rapportiamo al mondo esterno, come anche su come difenderci quando subiamo ingiustizie e torti.

I segnali di una bassa autostima da bambini
Tendenzialmente una bassa autostima può essere caratterizzata da questi elementi:
• Dialogo interno negativo e svalutativo (“Sono stupido”, “Non so fare nulla in modo giusto”, “Tutti gli altri sono migliori di me”).
• Essere restii a provare cose nuove per paura di non essere all’altezza o di sbagliare
• Bassa tolleranza alla frustrazione, con tendenza a rinunciare quando ci si imbatte in un problema o le cose non vanno come vorremmo
• Richieste continue di aiuto anche per cose che sono alla propria portata
• Considerare gli errori come fallimenti permanenti o dimostrazione della propria incapacità
• Pessimismo anticipatorio (“Andrà sicuramente male”)
• Difficoltà a risolvere i problemi e comportamento rigido
• Evitamento dell’interazione sociale, della competizione o dei contesti in cui vengono valutate le proprie capacità
• Difficoltà ad accettare lodi o critiche, con alto livello di sensibilità verso le opinioni altrui.

Come i genitori possono aiutare i propri figli a sviluppare una buona autostima?
Di seguito sono riportati solo alcuni consigli. Occorre adattarli alla personalità del bambino e, in alcuni casi, procedere con gradualità.
1. Ascolta e riconosci i pensieri e i sentimenti di tuo figlio. Chiedigli cosa prova e come si sente, empatizzando con le sue emozioni.
2. Introduci e incoraggia attività diverse, in modo da consentirgli di scoprire i suoi interessi.
3. Loda lo sforzo nel raggiungere gli obiettivi, concentrandoti sul processo e non solo sul risultato.
4. Forniscigli uno spazio e tempo spazio per provare, rischiare, fare scelte e risolvere i problemi.
5. Consentigli, ove possibile, di commettere errori e di imparare da essi.
6. Offri scelte adeguate all’età
7. Forniscigli opportunità di contribuire e aiutare gli altri (ad es. dandogli piccoli incarichi domestici)
8. Incoraggialo e dagli feedback positivi per aiutarlo ad imparare a portare a termine qualcosa, in modo che senta un senso di realizzazione
9. Dai il buon esempio coltivando la tua autostima.
10. Soprattutto, mostra e dì a tuo figlio che lo ami. Crea e coltiva un ambiente domestico sicuro in cui tuo figlio si senta amato, accolto e compreso.

Il laboratorio sull’autostima
A volte non si da abbastanza attenzione all’autostima dei propri figli. “Migliorerà crescendo, diventerà più forte” è la frase che sento dire più spesso da chi sottostima come una bassa autostima possa minare la crescita dei piccoli.
I bambini con bassa autostima sono bambini intelligenti che però talvolta non riescono a raggiungere buoni risultati o ad inserirsi in un contesto sociale a causa dell’opinione che hanno di se stessi, della svalutazione e della poca fiducia nelle delle proprie capacità.
Si preoccupano continuamente di deludere degli altri (in primis i genitori) e di non essere all’altezza degli altri coetanei, sviluppando ansia e comportamenti simil-fobici.

Non è sempre tutta colpa dei genitori. Talvolta la bassa autostima può dipendere dai messaggi che trasmettono loro le figure di riferimento, ma altre volte è frutto dell’interpretazione che il bambino fa dei comportamenti e delle parole degli adulti (es. la mamma dice: “Marco è proprio bravo a scuola”. Il figlio conclude:”Se mamma loda Marco che è bravo a scuola, allora io che ho delle difficoltà sono da meno. Non sarò mai come lui”).

Presso il mio studio di psicologia svolgo dei piccoli “Laboratori sull’autostima” rivolti a bambini e ragazzi per aiutarli ad acquisire una migliore ed equilibrata visione di se stessi.

Ricordiamoci che: “L’autostima è un bisogno legittimo di tutti gli esseri umani. Amare se stessi è il primo passo per amare gli altri”.

Dott.ssa Michela Arru
Psicologa e psicoterapeuta Cognitivo-Comportamentale

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